le_esche_per_l'orata
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L’Orata, lo sparide per eccellenza. Può essere catturato durante tutto l’anno, in particolare nel periodo Estivo. Esistono diverse esche che permettono di realizzare catture ed in particolare anche alcune specifiche. Vediamo nel dettaglio quali sono e come innescarle.

Il Bibi (Sipunculus nudus)
Il bibì è il nome francese del “cappellino da signora” da cui prende nome per la loro simile forma. Al contrario di quello che possiamo pensare, il bibi, non è soltanto un unico genere ma ne esistono ben 320 specie circa. Il suo utilizzo in pesca è molto proficuo e una delle sue principali caratteristiche è la specificità.
Questo infatti ha la dote di “selezionare” la taglia, più che la specie. Solitamente infatti il pesce che si nutre di questa esca è di taglia medio-grande. Principalmente è un pasto gradito dai grufolatori (mormore, orate…) , meno frequentemente viene attaccato da saraghi o spigole. 

Solitamente, quello più semplice da reperire è un bibi giovane che si presenta di colore chiaro e che viene fornito in scatole da 5-7 capi. È presente sul mercato anche adulto, (bibi di coffa o veneziano) che si presenta di colore Bruno e con lunghezze fini ai 30cm. Nel primo caso può essere innescato intero viste le dimensioni ridotte, nel secondo caso può essere tagliato in pezzi e farne più inneschi. Nell’ultimo caso uno degli inneshi più proficui è l’innesco a caramella.

Questo infatti consente di mantenere il liquido interno all’innesco, conservandone la capacità adescante. Bisogna utilizzare il filo elastico per stringere i due apici dell’innesco e poi tagliarlo. Un segreto per rendere l’innesco più semplice, riuscendo a mantenere all’interno tutto il liquido è quello di lasciare il bibi per qualche minuto in acqua di mare, questo lo renderà più morbido e più gestibile durante il passaggio da ago ad amo.

L’innesco comunque resta non semplicissimo, si può usare quindi un comune ago da innesco, il consigli è comunque di inserire l’ago nello sfintere anteriore ruotando in maniera continua e inserendolo delicatamente, ripetendo la stessa operazione al momento dell’uscita dal secondo sfintere.

Questo eviterà che il liquido fuoriesca perdendo buona parte di potenzialità. Una particolare attenzione deve essere fatta al momento del passaggio sull’amo. Nel caso di bibi veneziano il consiglio è di non passare il bibi sull’amo, ma di farlo scorrere su un bracciolo con amò non ancora collegato al trave dalla parte posteriore, per fare in modo che la nostra esca non subisca compressioni e che arrivi in maniera lineare direttamente in posizione sull’amo, baster quindi collegare il bracciolo alla girella. Amo ideale beck o aberdeen con curvatura larga.

IL BIBI

L’arenicola
L’anellide per eccellenza, detto anche oro rosso della pesca. Viene importata dalla Spagna, ma quella di qualità maggiore è quella Napoletana. Nell’ultimo caso, infatti, i capi sono molto più grandi. Un esca poco specifica ma molto proficua. Difficile che a qualsiasi pesce passi inosservata. Un esca polivalente, in grado di catturare il piccolo pesce ma anche quello molto grande, il grufolatore o il pesce di mezz’acqua. Il fatto che sia molto pescoso per tutte le specie spesso può invitare a banchetto amici non graditi come i granchi che la rovinerebbero in pochi minuti.

Viene venduta in scatole da 5 capi. Molto delicata all’innesco. Per evitare che si rompa in mille pezzi infatti bisogna prendere il capo dalla testa e “insabbiarlo” per evitare che si “arricci” durante il passaggio del ago, bisogna usare un ago sottile e lungo. Per riconoscere la testa del verme basterà individuare quale sia l’apice più grosso del verme o, solitamente, è la parte che tende a nascondersi sotto la sabbia della confezione. Successivamente basterà passarlo sull’amo con l’accortezza di non legare Quest ultimo con nodi che lasciano “baffetto“ questo infatti potrebbe rovinare la nostra esca.

Il capo può essere suddiviso in due o tre inneschi a seconda delle dimensioni. La conservazione è difficile, infatti non tollera il caldo e può resistere in confezione solo pochi giorni. Una alternativa potrebbe essere quella di riversarla in vasche con sabbia e acqua marina con ossigenatore attivo in ambiente fresco. Il consiglio è di cambiare ad ogni lancio l’esca o di aggiungerne una piccola quantità a quella precedente, per eliminare l’esca “vecchia” basterà trascinare l’arenicola al centro del bracciolo e usando i polpastrerli rimuoverla facendo una buona pressione su di essa e spingendola fuori dal bracciolo. Amo ideale crystal.

L’ARENICOLA

Il granchio 
Esca principe per l’orata, reperibile direttamente sullo spot di pesca o acquistabile in alcuni negozi. Solitamente viene innescato vivo, rimuovendo le zampette posteriori che gli impediscono di nascondersi sotto la sabbia restando molto visibile alle nostre prede. La sua qualità è la specificità e la vitalità in acqua . Il granchio seleziona la taglia e la specie, infatti solo il pesce di media o grande stazza lo gradirà, è l’orata la preda più comune che può insidiare ma più raramente può attirare anche grosse mormore ,saraghi o spigole.

L’inneco è relativamente semplice ma occorre farlo bene: si rimuovono le zampette posteriori e si lega con filo elastico predisponendolo sul carapace a forma di V facendo più spire e lasciando libero l’apparato boccale e respiratorio del granchio preservandone la vitalità durante l’azione di pesca.

Successivamente si passa l’amo cucendo il filo elastico senza bucare la nostra esca, cucendolo nella parte inferiore e nascondendo l’amo sotto alla pancia. Il granchio sarà libero di muoversi e sarà molto adescante. Reperirlo, nel posto in cui ve ne è presenza è semplice, basterà predisporre sulla battigia e in prossimità dell’acqua un bastoncino che blocchi una sarda o della pelle di pollo, il moto ondoso che colpirà il nostro inganno e creerà una zona ” pasturata” dai suoi odori e liquidi,  nel giro di qualche minuto i granchi andranno a nutrirsene, basterà a questo punto scavare in prossimità del bastoncino predisposto e saranno facilmente disponibili. Amo ideale beck.

IL GRANCHIO

L’americano
Esca sanguinolenta, caratteristica principale. Si vende in confezioni da 5 capi di dimensioni variabili. Generico ma molto attrattiva per saraghi spigole, ma anche orate. Si innesca intero o a pezzi con l’ausilio di un ago da innesco.

Presenta un apparato di difesa simile ad una proboscide che può provocare morsi dolorosi al momento dell’innesco, bisogna prestare quindi attenzione. Una caratteristica importante è la sua resistenza al lancio che può essere anche molto spinto.  Si nota una particolare attrattività con inneschi importanti come dimensioni dell’esca, in particolare modo per le orate. Amo ideale beck o aberdeen.

L’AMERICANO

Il cannolicchio.
Esca facile da trovare in pescheria, molto più attrattiva da viva. Può essere innescato con o senza guscio e con singolo o multi amo. Attrattiva a seconda dello spot è molto valida per le orate.

Se innescato senza guscio bisogna estrarre la polpa e innescarla con l’ausilio di un ago doppio e con del filo elastico per consolidare il tutto. Dopodiché semplicemente basterà passarlo sull’amo.  Amo ideale aberdeen o beck.

IL CANNOLICCHIO

La Tellina
La tellina è un mollusco bivalve, che è presente in buona parte degli spot della nostra penisola. E’ reperibile in pescheria, ma in alcune circostanze e condizioni è semplice trovarle direttamente sul posto di pesca. Queste, infatti, trovano il loro habitat sotto la sabbia nei primi metri di costa.

I pesci che se ne nutrono sono principalmente i grufolati come orate e mormore. Usarle nello stesso spot in cui sono presenti è una scelta vincente. Spesso, infatti, i grufolatori presenti in quella determinata zona sono alla ricerca proprio di queste. Usare il giusto innesco quindi può regalare grandi soddisfazioni.

Reperire le telline. Probabilmente il modo più semplice è quello di comprarle in pescheria, anche se non è sempre facile trovarle.
L’alternativa è quella di procurarsele direttamente sul posto prescelto per la nostra battuta. Si parte dal presupposto che si sia scelta una spiaggia dove ve ne sia presenza. Per poterle catturare bisogna sollevare i primi strati di sabbia presenti nei primi tratti di acqua, queste vivono infatti su fondali sabbiosi da 0 a 2 metri di profondità. Un attrezzo che ci può aiutare in questa manovra è il classico retino da spiaggia che ci consentirà di selezionare rapidamente i nostri molluschi “filtrandoli” dalla sabbia. Nella pesca professionale l’attrezzo che viene utilizzato è il rastrello da natante.

E’ frequente ritrovare più telline molto vicine tra loro come a formare delle “piccole famiglie” e non riuscire a reperirne in altri tratti sabbiosi. La doti delle telline. Beh, di sicuro non è un’esca che sprigiona molti odori in confronto ad altre e il movimento in acqua è molto limitato. Ma non per questo è da sottovalutare. Queste infatti sono una delle componenti principali della piramide alimentare di alcune specie come ad esempio le orate. Queste ultime si avvicinano sotto costa e a portata di lancio proprio per alimentarsene, è quindi ecco che si evidenzia la prima dote di questa esca ovvero: la specificità. Una piccola orata può con semplicità distruggerne il guscio per alimentarsene, ma le qualità di questi bivalve non passeranno inosservate ai pesci di taglia.

I grufolati usando l’apparato boccale smuovono la sabbia alla loro ricerca ,essendo spesso coperte e non facili da vedere. Dopo le mareggiate, magari in fase di scaduta, queste restano scoperte e quindi vulnerabili. La loro conchiglia in questo caso rimane molto visibile in acqua e funge da “sentinella” per invogliare i pesci e facilitarli nella loro individuazione in acqua.

É quindi, un’esca, specifica e selettiva che ci darà la possibilità di usare come inganno un alimento ricercato in una determinata zona dalle nostre prede. Avremo quindi la possibilità di poterle utilizzare in maniera mirata per la cattura di orate e mormore, e di sicuro nelle condizioni adatte saranno un’arma vincente. Amo ideale piccolo beck.

LA TELLINA

Il paguro
Particolare ma molto redditizia esca appartenete ai crostacei con addome ricurvo e molle. Si può reperire con relativa facilità nei pressi di scogli o zone salmastre con presenza di alghe e rocce. Si presta molto alla pesca dell’orata e può essere innescato intero o senza guscio.

Funziona bene sia da vivo che da morto e si caratterizza per la capacità attrattiva dovuta agli odori che rilascia specialmente se innescato senza conchiglia. In questo ultimo caso l’innesco può essere singolo o multiplo e necessita di essere rafforzato con del filo elastico.

Nel caso in cui il paguro sia vivo bisogna prestare attenzione alle chele che possono essere pericolose. Il consiglio è di far fuoriuscire l’amo dalla zona addominale, che è più morbida, facendolo prima passare dalla zona apicale per poi consolidare il tutto con qualche giro di filo elastico. L’amo ideale è un beck.

IL PAGURO

Il verme di Rimini. 
Tra gli anellidi è impossibile non citare l’eunice aphroditos. Un predatore Marino che può raggiungere la lunghezza di 3 metri. Si posiziona sotto lo strato di sabbia e preda piccoli pesci che attrae con il movimento di piccole setole che nasconde nel suo apparato boccale molto potente, per questo motivo bisogna stare molto attenti durante l’esecuzione dell’innesco.

Viene venduto in unici capi da 200gr circa e si può tagliare a piccoli pezzi per eseguire i corretti inneschi. Necessità di ami di dimensioni importanti e di essere consolidato con del filo elastico sul bracciolo. È un’esca molto selettiva e in genere gradita a grosse orate ma anche spigole. Amo ideale grosso Beck.

IL VERME DI RIMINI

Il fasolare
Un’altra esca in grado di insidiare l’orata è questo mollusco bivalve che è relativamente semplice da trovare in pescheria. Si innesca solitamente senza conchiglia passando la polpa su di un ago doppio e consolidando il tutto con del filo elastico.

Cosa importante quando si trasferisce la nostra esca sull’amo è quella di lasciare la coda di colore rosso vivo sulla punta dell’amo, questa accortezza ci darà la possibilità di invogliare la nostra preda a mangiare nella maniera corretta aumentando le possibilita di un giusto ferraggio. L’amo ideale è un beck di buone dimensioni.

IL FASOLARE

La cozza
Un altro mollusco molto attrattivo nei confronti dell’orata è la cozza. Specificità e odore sono le sue principali caratteristiche, si può innescare intera o senza conchiglia. Viene utilizzata molto anche per la creazione di pasture aromatiche specifiche per insidiare l’orata non solo a surfcasting.

Amo ideale un beck di buone dimensioni, o più di uno nella eventualità in cui si inneschi intera.

LA COZZA

Il muriddu
Il muriddu vive in zone salmastre, in particolare in zone dove ci sono detriti, strati di conchiglie o alghe morte.
È un esca sanguinolenta e molto adescante per le orate ma anche per spigole e saraghi.

Si innesca come qualsiasi anellide ed è molto resistente nel lancio. Amo consigliato il beck.

IL MURIDDU

Il murice
Esca non sempre di semplice reperibilità, molto particolare. Si può trovare in pescheria viva o congelata o si può reperire in particolari zone scogliose.

È un mollusco che solitamente viene innescato eliminando la conchiglia ed estraendone soltanto la polpa, per la ricerca di pesci di taglia l’innesco può essere multiplo.
Si innesca utilizzando l’ago doppio e consolidando il tutto con qualche giro di filo elastico. 

IL MURICE

Questo articolo è stato scritto da:

Giacomo Napoli
Giacomo Napoli
Nasce nel 1995 in Sicilia, come professione è un infermiere.
In generale appassionato di natura, risale all’età di 10 anni la prima battuta di pesca in acque interne con il nonno. Dopo un periodo di totale stop dalla pesca a 15 anni risente la necessità di pescare, questa volta dedicandosi principalmente alle acque salate.

Autodidatta, ma sempre interessato allo studio della pesca e della flora e fauna degli ambienti marini, si dedica principalmente al SurfCasting ma non disdegna la pesca a bolognese e lo spinning in salt o freshwater.

Nasce come pescatore amatoriale e ama insidiare il grufolatore di taglia o il predatore estivo. Successivamente si avvicina al mondo agonistico nel 2019 diventando atleta FIPSAS dell’ASD Polisportiva Selinon. Dove intraprende un significativo cambiamento delle strategie di pesca avvicinandosi alla pesca tecnica tipica delle gare e attratto dalla pesca a contaminazione Giapponese.

Dopo un anno di stop agonistico dovuto alla pandemia riesce a piazzarsi 9’ assoluto al provinciale di Trapani su 142 atleti. Risultato che gli da accesso all’italiano per società e all’eccellenza Sud 2022.

Oltre alla passione per la pesca in spiaggia ama dedicarsi anche alla scrittura di articoli frutto di esperienze personali ed è molto attivo sulle sue pagine social dove ama condividere le sue avventure di pesca con scatti e video.

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Di Giacomo Napoli

Nasce nel 1995 in Sicilia, come professione è un infermiere. In generale appassionato di natura, risale all’età di 10 anni la prima battuta di pesca in acque interne con il nonno. Dopo un periodo di totale stop dalla pesca a 15 anni risente la necessità di pescare, questa volta dedicandosi principalmente alle acque salate. Autodidatta, ma sempre interessato allo studio della pesca e della flora e fauna degli ambienti marini, si dedica principalmente al SurfCasting ma non disdegna la pesca a bolognese e lo spinning in salt o freshwater. Nasce come pescatore amatoriale e ama insidiare il grufolatore di taglia o il predatore estivo. Successivamente si avvicina al mondo agonistico nel 2019 diventando atleta FIPSAS dell’ASD Polisportiva Selinon. Dove intraprende un significativo cambiamento delle strategie di pesca avvicinandosi alla pesca tecnica tipica delle gare e attratto dalla pesca a contaminazione Giapponese. Dopo un anno di stop agonistico dovuto alla pandemia riesce a piazzarsi 9’ assoluto al provinciale di Trapani su 142 atleti. Risultato che gli da accesso all’italiano per società e all’eccellenza Sud 2022. Oltre alla passione per la pesca in spiaggia ama dedicarsi anche alla scrittura di articoli frutto di esperienze personali ed è molto attivo sulle sue pagine social dove ama condividere le sue avventure di pesca con scatti e video.

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