Analizzare e capire il mare non è semplice, in questo articolo ragioniamo sul come individuare il punto più idoneo dove posizionare le esche in una pescata di surf casting.
Meglio una secca o una buca? Come individuarle ? Queste e tante altre risposte le trovate in questo articolo
Nello scorso Articolo (Parte 1) abbiamo parlato dell’Oceano..
Qui puoi leggere l’articolo completo:
https://surfcastingsolution.it/dove-indirizzare-le-nostre-esche-parte-1/
Qui invece ci concentreremo sul conoscere il Mar Mediterraneo.
Ripartendo dai concetti espressi nell’articolo precedente, dovremo sempre osservare il mare e la spiaggia in relazione all’energia espressa dalla massa d’acqua che sarà sicuramente maggiore in condizione di mare mosso o molto mosso e minore in condizione di mare calmo. Come già specificato le correnti principali da considerare per un surfcaster sono sicuramente la primaria, ovvero quella che spinge la massa d’acqua dal largo verso la spiaggia, e la secondaria ovvero quella causata dal riflusso della massa d’acqua riversatasi sulla spiaggia, o comunque contro un ostacolo, che rientra verso il largo, infilandosi sotto la massa che trasporta la primaria. Queste sono sempre presenti ed alimentate sia dallo stato del mare che dalla marea. Proprio il movimento di queste energie formano sistematicamente due canali, paralleli alla spiaggia, di cui il primo posto tra il primo scalino ed il primo “scanno” che solitamente si delimita nei primi metri di mare, ed il secondo solitamente individuabile al primo formarsi della cresta dell’onda verso il largo, se il mare presenta un movimento sufficiente. Assieme a queste correnti bisogna considerare e capire come influiscono le correnti trasversali che si formano in presenza di una secca, o comunque di un importante dislivello, e che vanno ad intersecare, in direzioni diverse talvolta trasversali e/o contrarie, nonchè tutte quelle varianti che possono a loro volta interagire sia con la primaria che la secondaria ( ad esempio l’uscita di un fiumiciattolo, la presenza di pennelli di scogli o manufatti etc. ).
Capite bene che riuscendo a capire il movimento di tutte queste correnti sarà più facile localizzare un punto in acqua, dove queste correnti si incontrano, defluiscono, allentando la loro energia e nel contempo trasportare e depositare tutti quei micro organismi ed organismi che compongono la dieta dei nostri pesci.
Naturalmente più forti sono queste correnti, più potere di scavo e trasporto hanno, perciò in presenza di una scaduta, dove il mare a causa del forte vento, ha sprigionato una energia notevole, si presentano le condizioni ideali di pesca, in presenza di un maggior quantitativo di organismi morti o dissepolti dalla sabbia sparsi lungo il litorale, innescando una catena alimentare ottimale.
Come evidenziato in figura le correnti primaria e secondaria formano due tipi di corrente particolarmente importanti per noi pescatori dalla spiaggia, ovvero le correnti “long Shore” che si sviluppa parallela alla spiaggia, dominante nella zona di frangenza delle onde più prossime alla riva, è questa una corrente particolarmente potente durante le mareggiate, raggiungendo la velocità di 2,5 metri al secondo, e sono in grado di movimentare grandi quantità di sedimento, generando la c.d. “littoral drift”, ovvero deriva litorale, di grande richiamo per tutti i pinnuti.
Le correnti “Cross Shore” o “Rip Current” sono quelle che si sviluppano perpendicolarmente alla linea di riva estendendosi lungo tutta la zona attiva della spiaggia, e da noi conosciute per averle indicate sempre come canale o canalone. La loro velocità e potenza è inferiore alla precedente e si differenzia perché la movimentazione della massa d’acqua può avvenire sia nella fascia più superficiale che in prossimità del fondale, molto conosciute nel salvataggio in mare poiché causa di difficolta ai nuotatori in mare.
Pertanto ribaditi questi concetti basilari, vediamo insieme come analizzare una postazione e soprattutto dove porre i nostri ami con le esche:
Se siamo a pescare da soli, appena scesi in spiaggia osserviamo la conformazione della battigia per localizzare subito le pendenze sottacqua più importanti ovvero i canali perpendicolari e paralleli alla spiaggia stessa dove si sono sviluppate la “Long shore” e la “littoral drift”. Questo è il momento da cui dipende la sorte della nostra uscita, pertanto dovremo analizzare tutti i punti di vista possibili, partendo dalla conformazione della spiaggia e contestualmente osservando la massa d’acqua per capire dove sia presente l’energia di cui tanto parliamo. Se non conosco la spiaggia guarderò la granulometria della sabbia laddove se di grana grossa, o di sassi, capirò di essere su una spiaggia che presenterà un fondale molto alto in prossimità della riva, possibilità di banchi di posidonia etc., se di grana fine o molto fine sarà una spiaggia a lento degrado, con possibilità di molte formazioni di secche e di banchi di sabbia sommersi.
In questa foto ho evidenziato con la freccia arancione la direzione di un canale perpendicolare, su una spiaggia a granulometria fine, che si forma tra due secche. In Spiaggia noteremo al nostro arrivo le due gobbe in direzione del mare e l’ansa che si forma al centro delle due gobbe, diretta verso la spiaggia. Questo è il chiaro segnale della presenza di un canale di importante dimensione, le due gobbe, che dall’alto sembrano di uguale dimensione, in realtà dalla spiaggia si differenziano e sembreranno molto più lunghe. Nella colorazione dell’acqua si notano perfettamente le due secche laterali, per il loro colore molto più chiaro, dovuto alla vicinanza dell’acqua alla sabbia, mentre il canale risulta più scuro, sul verde, con una macchia scura, quasi nera, che denota il deposito di alghe e residui portati dalla corrente. Le linee verdi indicano, grossolanamente, i punti più idonei dove trovare la presenza dei pesci. Sono tutti punti che contengono uno scalino e cmq un dislivello della sabbia dove sicuramente il minimo di corrente che si muove in queste condizioni di mare, permetterà di smuovere la sabbia e scoprire, oppure trasportare, depositi organici e mangime.
Ma siccome i punti indicati sono diversi, adesso diventa interessante capire come scegliere il punto ritenuto migliore, tra quelli indicati.
Poiché vi capiterà spesso di dover fare una scelta su più punti, vi invito al ragionamento, e lo sviluppo insieme voi, sempre tenendo presente che la pesca non è matematica, ha regole importanti che non sempre danno il risultato come una scienza esatta, ma che se sapute e messe in atto, permetteranno di limitare le uscite…a vuoto.
La corrente entra esattamente dalla direzione della freccia, e lo si può capire bene proprio dalla formazione delle due gobbe e di quanto sia più profondo lo scalino del primo canale verso gli ombrelloni più scuri, confermando l’entrata diretta della massa d’acqua, senza ostacoli, che sono costituti dai margini delle secche, e l’unica direzione plausibile è proprio quella della freccia. Questo spiega anche il deposito di alghe e detriti che formano la macchia scura, poiché la corrente, entrando, percorre il primo canale e torna indietro incontrando la secca che ha riempito il primo canale, parte torna indietro perdendo così potenza seminando i sedimenti che trasportava, lasciando il grosso sulla macchia nera dovendo ritenere che proprio in quel punto l’energia si sia dissipata. Quindi io inizierei esattamente lanciando tra il sedimento scuro e la doppia linea verde, perpendicolare alla spiaggia, davanti agli ombrelloni scuri, quella sarebbe la mia prima scelta….. per poi alternare qualche lancio sotto i piedi sempre in quella zona, nel primo canale. Importante, ho misurato con Google earth, la punta della freccia arancione dista circa 50 metri dalla riva pertanto il gradino esterno delle due secche dista quella distanza, attorno ai 50 metri.
E se il posto nell’insenatura è occupato da un altro pescatore? Come faccio non potendo lanciare davanti a lui e lui ha le lenze in quel punto preciso??
Sono sicuro che i pesci arriveranno in quel punto, quindi non voglio cambiare posto, mi metto di fianco a lui verso nord, monto le mie canne, e tenterò di anticiparlo. Mi spiego meglio, se ho interpretato giustamente la corrente in direzione della freccia, sapendo che i pesci nuotano quasi sempre a favore di corrente, questo per sprecare meno energia possibile, lancerò le mie esche esattamente sopra la punta della freccia arancione che ricordo si trova a 50 metri, con possibilità di allungarmi, sempre in quella direzione trasversalmente all’altro pescatore, se l’altro pescatore non ci arriva con il suo lancio, nel tentativo di intercettare i pesci prima che entrino nel canale 😉
Quello che cerco di far capire è che non basta localizzare un canale, una buca, un dislivello, ma diventa importante capire o comunque interpretare, come si possa muovere l’energia in quel tratto, ed intuire la direzione di marcia dei pesci, se si avvicineranno, per battezzare un punto in una zona ben precisa. Una volta scelto il punto dovrò insisterci, il più preciso possibile, perché ad ogni lancio le mie esche, con il loro sangue rilasciato, formeranno una nuvola di odore che si propagherà per un determinato tempo più o meno lungo sia nella sabbia che nell’acqua, formando un potere attrattivo che dovrò alimentare periodicamente e qui è utile ricordare che i pesci utilizzano soprattutto l’olfatto e la loro linea laterale per trovare da mangiare. E anche se decido di alternare un altro punto in attesa dell’arrivo dei pesci, dovrò tornare periodicamente sul primo punto per continuare ad alimentare quella pseudo pasturazione.
Il principio indicato per il canale vale naturalmente sia per una più modesta buca, per le secche più o meno lunghe e larghe. Sulle secche se non si ha possibilità di stare sugli scalini di salita e discesa ovvero di fronte mare…… si è nel peggior punto possibile…… e quando capita in gara….resta solo da sperare in qualche buca sporadica….o di avere un lancio che permetta di oltrepassare la secca, altrimenti ….. oltre qualche tracina…..rimane la preghiera 😊
Diverso se il mare è mosso o molto mosso, laddove anche sulla secca non è raro catturare la spigola di piccole, medie e grosse dimensioni, nonché i soliti saraghi che nel mare mosso si muovono come trattori………..
Questo articolo è stato scritto da:
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Massimiliano Giacich, per tutti Max, nato a Livorno, entra in Polizia giovanissimo mantenendo la passione per la pesca acquisita nella città labronica. Svolge il suo servizio a Massa Carrara dove nel 1996 muove i suoi primi passi nel surf casting nella società Surf Club 91.
Ricopre diversi ruoli all’interno della FIPSAS tra cui quello di giudice di gara, diventando Giudice Nazionale, responsabile prima provinciale e poi Regionale per la Toscana del Settore Mare e di Presidente della Sezione Provinciale. Ma la sua più grande passione è per la parte tecnica, Istruttore di Pesca per la federazione, nel 2012 viene chiamato come Vice C.T. alla Nazionale Femminile di surf casting dove collabora con Alfonso VASTANO, dal 2013 e fino al 2016 viene nominato Vice C.T. alla nazionale Under 21 di surf casting collaborando alla guida dei ragazzi con Vittorio GALASSI, nel 2017 viene nominato Vice CT all’under 16 di surf casting collaborando il CT Agostino ANTONELLI e dal 2018 torna alla nazionale Under 21 di surf casting come vice CT con Lino MATERAZZO, con il quale condivide, sempre come Vice CT, anche il mondiale Femminile del 2017 in Sud Africa.
Vanta all’attivo una medaglia d’argento per nazioni con l’under 21 nel 2016 in Spagna a Castellion; una medaglia d’oro per nazioni nel 2019 nel mondiale under 21 svoltosi in Italia a Latina ed una medaglia d’argento per nazioni con l’under 21 nello scorso mondiale disputato in Spagna a Peniscola.
Collabora come Staff a tre mondiali di canna da natante, seguendo la nazionale Under 21 di quella specialità negli anni 2016 in Montenegro, nel 2019 a Lecce in Italia e nel 2021 in Slovenia a Pirano, collaborando con i CT Franco NOSTRINI ed Alberto MARCHI, contribuendo alla vincita di 3 medaglie d’oro, un argento ed un bronzo a livello di nazioni.
Appassionato alla formazione dei ragazzi nella pesca a surfcasting, mette a disposizione dei lettori quanto da lui imparato sulla interpretazione del mare, sulla base dell’esperienza maturata negli anni, nei diversi luoghi frequentati tra Mediterraneo e Oceano.
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Ciao Massimiliano, ho seguito le tue dirette fatte con Andrea e le ho trovate molto innovative e piene di indicazioni veramente utili, testate anche in spiaggia con i dovuti errori di esperienza. Volevo chiederti però, se esiste un trucco o un segnale che ti faccia capire la fine della corrente secondaria quindi deposito di nutrienti, in condizione di mare calmo in diurna, ma soprattutto in notturna, dove principalmente pratico la pesca. Un’altra indicazione se può interessarti è che pesco prevalentemente nella zona della Feniglia, Giannella, bassa toscana. Grazie e un COMPLIMENTI gigantesco, per la capacità e la curiosità che hai messo a noi pescatori.
Grazie, questo commento lo leggeremo durante una prossima diretta con Max