Il mulinello a bobina rotante ha diviso, sin dalla sua apparizione, verso la metà degli anni 80,i Surf Casters Italici. In molti lo acquistarono senza alcuna nozione sul suo funzionamento e provarono ad utilizzarlo in pesca, ma, dopo parrucche e tanto filo sprecato lo vendettero per ritornare alle loro normali abitudini, il mulinello a bobina fissa. Altri, invece, non si scoraggiarono davanti alle prime difficoltà e riuscirono a domarlo per poi usarlo in pesca. Il rotante ha molti vantaggi e qualche svantaggio rispetto al mulinello a bobina fissa e sono i seguenti.
VANTAGGI:
Peso:
I rotanti di classe dalle 12 alle 18 lb ( ABU 6500-Daiwa 7HT-Penn 525 ) pesano circa 300-400 gr a confronto dei 600 gr in media di un bobina fisso. Questa differenza di peso si percepisce nel lancio ma soprattutto nel recupero.
Prezzo:
Costa meno di un fisso da Surf Casting ed ha una vita operativa più lunga.
Maggiori distanze:
Il fisso viene montato sotto la canna, il rotante sulla canna. Alla prima “imbracciata” ci sembra che le mani assumano una posizione “strana”, questa , così diversa, ci permette di angolare maggiormente il lancio rispetto al mulinello a bobina fisso e quindi, un maggior angolo di rotazione del lancio, comporta una maggiore orbita del piombo, e di conseguenza maggiori distanze. Il rotante stesso ci obbliga ad una tecnica di lancio progressiva, di conseguenza la canna si comprime senza movimenti rapidi.
Il mulinello rotante abbinato con canne in 2 pezzi è il miglior sistema per pescare con esche voluminose e piombi pesanti uniti a nylon dal diametro importanti ,con vento frontale e mare mosso oppure per la ricerca a lunga distanza a mare piatto.
Le distanze superiori in pesca sono il risultato di lanci ground, aero-ground e pendulum cast.
Il mulinello fisso sopperisce diversi metri dal mulinello rotante a causa della torsione e della trazione del filo in uscita dalla bobina ad opera del piombo, dall’angolo di incidenza che si forma sul bordo superiore della bobina ,quando si riduce il diametro a causa del lancio.
Una preservazione migliore dell’esca.
Il mulinello a bobina rotante ha uno “stacco” più morbido, di fatto la bobina del rotante al momento della cessione di filo è ferma e solo dopo qualche decimo di secondo raggiunge la rotazione .
Se a questo si aggiunge uno stile di lancio progressivo, nei confronti del fisso, l’integrità dell’esca è assicurata.
Il mulinello a bobina fissa diversamente ,ha uno stacco brusco, in quanto l’accelerazione del piombo è improvvisa, si voglia per la totale assenza di parti in movimento, infatti non c’è la bobina che ruota e anche per lo stile di lancio prettamente “fisico”. Tutto questo va a ricasco dell’integrità delle nostre esche, del filo e della canna.
Maggiore durata del Nylon.
Il mulinello a bobina fissa altera più del mulinello a bobina rotante il nylon in bobina.
Il fisso, ad ogni recupero, forza il nylon ad una torsione di 90°,mentre il rotante non sottopone a torsioni il nylon durante il recupero . Se poi utilizziamo il fisso sulla lunga distanza, con fili di diametro fine , accoppiati a zavorre di peso importante (150/175 gr) , queste causano ( durante il recupero) forte pressione sulla bobina e le spire di monofilo si serrano molto strette le une alle altre. Nel successivo lancio è probabile che si producano fiocchi, parrucche, riccioli sul monofilo e la rottura sul lancio è quasi assicurata.
Il rotante ci consente anche di utilizzare canne con cima morbida senza il rischio di rotture sul lancio, infatti, il filo viene rilasciato in maniera rettilinea e non subisce oltremodo le oscillazioni della stessa durante il volo del piombo. Il fisso in questa situazione, si comporta in maniera opposta, le spire di monofilo si potrebbero incastrare negli anelli del cimino e le rotture sul lancio potrebbero essere frequenti.
Molti SurfCaster cercano di mitigare il problema sostituendo gli anelli del cimino con altri di maggior diametro e peso. Secondo la mia opinione, si sbaglia, in quanto anelli di maggior peso amplificano le oscillazioni della cima e riducono ancor di più la sua capacità di ritornare velocemente alla posizione iniziale.
Minori operazioni pre-lancio
Nell’utilizzo del rotante non è necessario stringere la frizione prima di ogni lancio, basta premere il pulsante di sblocco bobina (per la serie ABU o il Daiwa 7HT) oppure spingere indietro la leva di sblocco bobina ( Penn 525) , si lancia, si ferma la bobina con il pollice sullo “splash” del piombo, si gira la manovella e la frizione ritorna in presa. Con il fisso invece, bisogna stringere la frizione prima di ogni lancio e aprirla dopo ogni lancio.
Inoltre, il fisso, specialmente se usiamo il multifibra necessita di un ingombrante ditale di protezione per il dito indice, mentre, per il rotante basta un pezzo di 3-5 cm di camera d’aria per pneumatici da bicicletta da indossare sul pollice.
Maggior efficacia della frizione
Il rotante ha una frizione libera da scatti e molto più modulabile rispetto al bobina fisso, questa differenza è dovuta al fatto che il monofilo non deve essere sottoposto al passaggio angolato sotto il nottolino dell’archetto e lavora in maniera rettilinea.
Possibilità di personalizzazione
Il fisso ha una personalità passiva, nel senso che il Surf Caster si limita a imbobinare il filo e lo usa, punto. Il rotante è vivamente diverso, il Surf Caster può, anzi, deve, configurarlo nella maniera più consona alle proprie esigenze , rendendolo veloce come un missile e dal sibilo isterico (Tournament Casting ), oppure “tranquillo” per la pesca.
Voglio sottolineare, che non esiste un SurfCaster che lancia e pesca in maniera uguale ad un altro, il rotante infatti si adatta a qualsiasi situazione e a qualsiasi pescatore semplicemente cambiando configurazione come la quantità e il diametro del monofilo, i centrifughi, il tipo di olio, il tipo di cuscinetti, la chiusura del registro meccanico ed influenza del freno magnetico.
Un privilegio da non poco conto….
SVANTAGGI
E’ fondamentale l’importanza di una corretta configurazione, questo è il primo svantaggio del rotante che mi viene in mente, al contrario del fisso che può essere prelevato dalla scatola, imbobinato, e utilizzato senza alcuna manovra iniziale. Se si ha dimestichezza con questi mulinelli che spesso sono gioielli, non c’è alcun problema .
Il rotante non è di uso così facile per il neofita, e qualsiasi dubbio, richiede una corretta configurazione dello stesso, fatta a casa, in tranquillità e senza alcuna fretta.
Una corretta configurazione ( quantità e diametro del filo, lubrificazione dei cuscinetti, tipi di cuscinetti , settaggio dei freni magnetici, centrifughi e/o meccanici e) rende il passaggio dal fisso meno difficile di quanto si pensi e ci predispone con confidenza all’uso del rotante.
Manovra di recupero
Recuperare il piombo con il rotante è indubbiamente più difficile che con il fisso, viene necessario la partecipazione del pollice sinistro che guida il filo nell’imbobinatura, mentre la mano destra gira la manovella.
Le spire devono essere accostate le une alle altre curando sempre di tenere una costante pressione sulla bobina (a pesca è facile in quanto il piombo tende il filo) e soprattutto , evitando di lasciare una spira non in linea ,o peggio, gonfia…. Nel lancio successivo la parrucca ( bird’s nest) sarà molto probabile .
Le prime volte questa manovra sembra difficile ma, con la pratica, saremo in grado di recuperare il filo con la velocità di un frullatore.
Velocità di recupero
Il fisso ha un rapporto di recupero , in genere, più veloce del rotante, imbobina una quantità di filo per giro di manovella mediamente più elevata rispetto al rotante e i recuperi dovrebbero essere più brevi.
In realtà, all’atto pratico, il recupero veloce del fisso è un utopia. Se il fisso viene usato per la pesca sulla lunga distanza, accoppiato a diametri di filo in bobina ridotti (0,18-0,20mm) e a zavorre da 150 gr , un recupero veloce produrrebbe due effetti negativi : I terminali si aggroviglierebbero e il filo in bobina assumerebbe torsioni che restituirà durante il prossimo lancio sotto forma di nodi e parrucche, quindi, anche con il fisso, bisogna recuperare piano.
Discreta tecnica di lancio
Il fisso è più condiscendente del rotante rispetto agli errori della tecnica di lancio, con il fisso se sbagliamo un lancio non succede niente, puoi recuperare il piombo e ritentare. Il rotante è molto più severo sul lancio circa la caratura tecnica del SurfCaster, ci fa pagare ogni errore tecnico sotto forma di bruciature del pollice ,parrucche e rotture.
Il rotante non è assolutamente da collegare solo a stili di lancio inerenti il Long Casting o a distanze da record del mondo, anzi, conosco molti SurfCaster che lo utilizzano in maniera proficua, con lo stile di lancio “side”, arrivando a distanze degne di nota , con monofili spessi e zavorre da 150 gr.
Manutenzione frequente
Se appartenete alla schiera dei SurfCaster che non amano fare la manutenzione ai propri “ferri del mestiere” il rotante non fa per voi, è bene scriverlo sin da subito,lui, necessita di una manutenzione accurata e non occasionale (diciamo ogni 3 battute di pesca) , il fisso è meno pretenzioso, basta un ingrassata e una pulizia annuale.
Il rotante richiede cure frequenti ma ci ripagherà alla grande e con gli interessi.
In conclusione, il rotante si sceglie perché si vuole crescere tecnicamente, perché ti dà quelle sensazioni che nessun fisso potrà mai darti, perché è il sistema migliore , abbinato alle canne in 2 pz, di utilizzare esche voluminose e piombi pesanti o per la pesca dei Grandi predatori con la “G” maiuscola ,in fin dei conti , è una scelta che rispecchia la personalità del SurfCaster.
Qui trovi gli altri articoli riguardante “Il rotante”:
–> Il Rotante: questo sconosciuto… [Seconda Parte]
–> Il Rotante: questo sconosciuto… [Terza Parte]
Questo articolo è stato scritto da:
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Classe 1974,Perito Meccanico, Master al M.I.T. ,pesca dalla spiaggia dal 1987, come mentore ha Alberto Belfiori.
La passione che ha per il Surf Casting, come filosofia di vita, lo portano allo studio e alla sua divulgazione.
Appassionato delle canne a Ripartizione di Potenza e dei mulinelli a tamburo rotante.Considerato “Old Style”, per la sua attrezzatura e per l’approccio mentale, fanno di lui un riferimento storico.
Nei primi anni 90, si avvicina anche al mondo del Long Casting con buoni risultati, il suo record personale ottenuto con la DAIWA WKT 12’ e lancio pendolare è stato di 216m.
Pesca nell’oceano Pacifico in California; nell’ Atlantico alle Canarie, Costa d’Avorio, Ghana, Namibia, Sud Africa ed in Mauritania dove, partecipa alla Coppa Internazionale Mitchell Air Afrique a Nouadhibou.
E’ stato detentore di un record mondiale IGFA, classe 6Lb. Ha collaborato con la Rivista Surf Casting Magazine.
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